“La forza del desiderio e la consapevolezza della rovina.
Volere qualcosa che sai ti distruggerà è un’esperienza metafisica.
C’è chi la implora e chi la rifugge.
C’è chi passa metà della vita a inseguirla e,
se sopravvive,
l’altra metà a pregare che non ricapiti.”
G.Romagnoli
“Il mare, omerico e biblico, diventa il regno dei mostri, del terrore, delle immense profondità che sfuggono all’intelligenza umana. La balena bianca contro la quale lotta ostinatamente e inutilmente il capitano Achab è un abbagliante simbolo del male e dell’assurdità del mondo. La nave diventa un microcosmo della società, e la caccia maniacale alla balena riflette la determinazione dell’uomo a imporre la propria volontà sulla natura, di possederla. La conclusione tetra getta una luce fatale sul senso dell’avventura umana. La narrazione è densa di significati simbolici: essi scaturiscono a ogni passo dalla ricchezza del testo, mossi dalla visione tragica della vita che ebbe Melville, dal suo senso della disperante ambiguità del bene e del male, tra cui l’uomo oscilla senza possibilità di scelte definitive”. www.girodivite.it/antenati/antenati.htm
“Non voglio nessuno sulla mia lancia, che non abbia paura della balena.”
H. Melville
“Il mare e’ immenso, e cercarvi una balena, una balena sola e’ gesto da folli.
Ma trovarla e’ gesto da eroi tragici. E Achab lo e’.
A. Baricco
“Capitolo XXXVII
Tramonto
(La cabina, alle finestre di poppa, Achab siede solo e guarda fuori)
Lascio una bianca, torbida scia.
Pallide acque, pallide gote, ovunque io vada”
H. Melville